Il Forum degli Amici del GTR

Un posto da ricercatore, un solo candidato: il figlio del professore

Succede a Messina nell'Università già sotto inchiesta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Lupu
     
    .

    User deleted


    Riporto testualmente, da corriere.it
    -----------------------------------------------------

    Succede a Messina nell'Università già sotto inchiesta
    Un posto da ricercatore, un solo
    candidato: il figlio del professore
    Il padre: «I figli dei docenti sono più bravi perché hanno tutta una "forma mentis" che si crea in famiglia»

    MESSINA - «Non lo so, non so come è andata. Non so neanche se è ancora impegnato con gli esami».
    Ma come professore non si è ancora sentito con suo figlio in questa giornata importante?
    «No. Non si usa fare da noi». La storia è sempre la stessa. Un posto da ricercatore, un solo candidato. Ma desta qualche sorpresa che si ripeta proprio oggi che nel Paese non si parla d'altro: la riforma Gelmini, i tagli all''università, i baroni e il nepotismo. Addirittura a Messina il Magnifico Rettore, Franco Tomasello, andrà a giudizio a marzo con l'accusa di concussione, abuso d'ufficio in concorso, tentata truffa e maltrattamenti e con lui altre 23 persone tra docenti, ricercatori e funzionari. Eppure proprio a Messina cosa accade? Accade che venerdì c'è un concorso a un posto da ricercatore alla Facoltà di Economia. E in quanti si presentano? In cinque? In due? No. Si presenta un solo candidato. E chi è questo candidato?
    È Ludovico Nicòtina, figlio del professore Giuseppe Nicòtina, ordinario di Diritto Processuale Civile presso la Facoltà di Economia del medesimo ateneo fino a maggio del 2008.

    DA TRE AD UNO CANDIDATO - I candidati per la verità erano tre, ma gli altri due concorrenti dopo che avevano fatto domanda hanno preferito non presentarsi all’esame. Strano. Avevano il 33 per cento periodico di vincere un concorso e ad un passo dall'obiettivo rinunciano. Quindi campo libero per l’unico candidato al posto di ricercatore. Via libera per il dottor Ludovico Nicòtina, che è risultato essere vincitore. E nel pomeriggio il padre professore non ne è ancora informato nonostante qualcuno giuri d'averlo visto in aula con il figlio. Forse un caso di forte somiglianza.

    IL PADRE - Professore ma lei insegna a Messina?
    «No, io sono in pensione e prima insegnavo a Trapani non a Messina. Voi scrivete stupidaggini».
    Ma è suo figlio il ragazzo del concorso?
    «Non lo so. Si vada ad informare all'Università. Che cosa vuole sapere insomma? Il concorso è nazionale. Vale per tutta Italia. Se si è presentato solo mio figlio è perché gli altri non avevano i requisiti».
    Ma suo figlio ha i requisiti? È avvocato vero? Ed è anche esperto in economia?
    «Embè? È una cosa veramente strana. In Italia siamo messi malissimo ma lui ha le pubblicazioni con particolare riguardo a quelle monografiche e a quelle pubblicate da riviste internazionali».
    Lei non si è mai interessato a questo concorso?
    «Non è neanche la mia disciplina. Ma i figli dei docenti sono più bravi perché hanno tutta una «forma mentis» che si crea nell'ambito familiare tipico di noi professori».
    Quindi lei è in pensione?
    «Si, ma sono utilizzato ancora. Ma solo in due commissioni per la conferma in ruolo per gli esami di dottore commercialista. Ho chiesto al ministero di esentarmi ma ci utilizzano fino in fondo, fino a quando non moriamo».
    Ma lei dunque a Messina non ha mai insegnato?
    «Io ho insegnato nella facoltà di economia».
    Quindi nella facoltà dove suo figlio fa il concorso. Ma rispetto a quando insegnava lei, il preside è cambiato?
    «No. Non è cambiato».
    Quindi alcuni professori conoscono il candidato come il figlio del prof...
    «Beh, qualcuno dei più anziani può essere».
    Ma quando è andato in pensione?
    «Lo scorso anno».
    Ma fino a quando esattamente ha insegnato?
    «Fino all'anno scorso».
    Ma in un anno ci sono dodici mesi professore...
    «E che sarà... dunque... maggio dello scorso anno. Credo».
    Maggio 2008 o 2007?
    «Si 2008. Insegnavo diritto processuale. Ma ora chiudo, non l'annoio più. Sono cose troppo tecniche».

    Nino Luca
    [email protected]
    14 novembre 2008(ultima modifica: 15 novembre 2008)
     
    Top
    .
  2. Lupu
     
    .

    User deleted


    LA STORIA CONTINUA...

    La reazione del popolo dell'Università alla storia del concorso di Messina
    Il web si ribella ai super raccomandati
    Le denunce: «guardate alla Sapienza, a Firenze, a Padova. Ecco dove regna il nepotismo dei baroni

    *
    NOTIZIE CORRELATE
    *
    «Un posto, un solo candidato: il figlio del professore»

    (Reuters)
    (Reuters)
    MILANO - Da Londra, da Montreal, dalla Svezia. Ma anche da Roma, Palermo, Firenze e Padova. Studenti, ricercatori, professori o semplici genitori. La storia che abbiamo raccontato venerdì, del concorso da ricercatore a Messina, «Un posto, un solo candidato: il figlio del professore», ha scatenato numerose reazioni. Tantissime email sono giunte in redazione. Molti sono arrabbiati, in tanti si vergognano di far parte di questo sistema. Altri vogliono scappare. Ma soprattutto in tanti accusano con tanto di nome e cognome. In attesa di verificare per poi raccontare tutte queste storie, ecco alcuni passaggi degli interventi più significativi.

    LE DENUNCE - Soprattutto fioccano i racconti. C'è chi ci chiede di rispettare il desiderio di non essere mai menzionato e rimanere nell'anonimato. E poi racconta cosa succede nella facoltà di Medicina di Messina. Marco invece denuncia gli intrighi nella facoltà di Economia alla Sapienza di Roma: «Il nepotismo nella facoltà di Economia, se consultate l'organico, è all'ordine del giorno: ci si rende subito conto che emerge una composizione fatta di un quadro di famiglie allargate nell'ambito di uno stesso dipartimento o comunque all’interno della stessa facoltà. E giù l'elenco di nomi e cognomi e uno in particolare: «Questo strapotere ha lasciato gli altri docenti allibiti». Un altro lettore denuncia i casi alla facoltà di Chimica alla Sapienza di Roma: «Il ricercatore che ha vinto il posto si è laureato, ha effettuato il dottorato di ricerca ed ora è ricercatore nel gruppo di ricerca dello stesso professore che lo ha esaminato. La commissione era composta da due membri "esterni" che in realtà collaboravano con il professore presidente di commissione ormai da anni. Da notare che candidati molto più qualificati (almeno sulla carta) si sono stranamente ritirati prima dell'inizio delle prove». Un altro. Sebastiano ha studiato a Palermo: «Andate a vedere quanti figli e nipoti di professori sono guarda caso dei geni incompresi, anzi compresi solo da commissioni amiche. Molti di questi non sono neanche in grado di parlare un corretto italiano». E via all'elenco di nomi. Da Firenze ci scrive Lorenzo:«Le manfrine padre-figlio sono le più vergognose, ma ogni presidente/membro di commissione per concorsi per ricercatore o professore ha SEMPRE un candidato da far vincere. Accadde qualcosa di simile qualche anno fa a chimica a Firenze». E ci dice in quale stanza e in quale facoltà dobbiamo andare ad indagare. Massimo ci invita anche lui a rintracciare le «parentele incrociate», per esempio, tra i docenti e ricercatori della facoltà di Giurisprudenza, ancora una volta, a Messina. Martina laureata in lettere moderne a Padova: «Sì, la facoltà di Padova, quella che di mogli, mariti, figli e cognati ha i dipartimenti zeppi. E io sono una ex aspirante ricercatrice, disillusa, impiegata, prima laureata in famiglia, orgoglio dei suoi nonni che hanno fatto solo le elementari. E orgogliosa dei suoi nonni che le hanno insegnato, più di tutti i professori, il valore dell'istruzione». Salvatore, invece, voce fuori dal coro, non vuole che si parli sempre e solo di Messina: «Per esempio, perché non parlate mai dell'università di Reggio Calabria dove la facoltà di Giurisprudenza è stata creata solo dieci anni or sono (inutile doppione di quella storica di Messina, a soli 4 km di aliscafo) per sistemare figli di professori della medesima facoltà?».

    I DELUSI - Claudio è rimasto senza parole: «Anzi ne ho solo due: mi vergogno. Un paese in cui può accadere questo e non reagisce è allo sbando. Come dottorando, figlio di un operaio del nordest, ho solo un grande senso di tristezza. Spero che il ministro legga l'intervista e che faccia qualcosa di concreto e non delle riforme che mettono tutti dentro la stessa pentola senza distinzioni». C'è chi invita tutti ad andarcene dall'Italia: «Chi veramente vale e vuole bene al proprio paese prenda il passaporto e voli lontano!». E poi, c'è chi cita un suo professore americano, di nazionalità anche italiana, che si domandava quale fosse il livello della ricerca che si fa in Italia: «Si potrebbe chiedere a Piero Angela perché acquisti i documentari dal National Geografic». Infine Andrea: «È una vergogna che paghiamo tutti e che pagheranno i nostri figli ancora di più».

    «FORMA MENTIS» - «I figli dei docenti sono più bravi perché hanno una "forma mentis" che si crea nell'ambito familiare». Questa frase del professor Giuseppe Nicòtina ha scatenato sarcasmo e arrabbiature. Franco da Messina torna sull'infelice espressione "forma mentis": «Ma allora come si spiega , se il figlio è una risorsa, che la città in tutti i comparti socio economici è ultima o fra le ultime Italia pur essendo la 13esima città per numero di abitanti? Antonino vuole che questa battaglia prosegua al fine di portare un po' di «Giustizia» almeno nel campo dell'Istruzione: «I figli di Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Copernico, Euclide, Pitagora non hanno avuto lo stesso potere intellettuale dei padri, ciò a dimostrazione che nella scienza, nell'arte e nel progresso tecnologico e industriale, occorrono dei geni», non dei raccomandati. Marco da Siena è inviperito: «Questo professore, dopo l'affermazione secondo cui i figli dei professori sono più bravi perché... andrebbe preso a calci. Ma perché gli studenti, invece di manifestare senza un perché non protestano contro questi personaggi che si permettono frasi non solo vergognose ma anche razziste?». Paolo da Padova usa il sarcasmo:«E' triste constatare che pur raggiungendo lo scopo questi signori non riescono neanche a difendere degnamente i propri figli. Forse più che di "forma mentis", dovremmo parlare di forma "de-mentis"». Un altro rincara: «Stranamente l´unico intelligente capace e con le publicazioni era il figlio di un prof che forse le publicazioni non le ha neanche scritte lui ma gliele hanno scritte o magari ha fatto un collage da lavori di altri che si sono rotti le ossa».

    DALL'ESTERO - Ma fuori dal Belpaese lo scoramento si sente ancora di più. Franco fa il professore d'italiano in Brasile, a 200 km da Fortaleza, la zona più povera di quell'immenso paese: «Le devo dire che qui, nel "tercero mundo", dove l'analfabetismo raggiunge il 48%, e l'impronta del pollice ha valore legale nei documenti, non accadono cose come quelle tristemente narrate da voi. Mi vergogno di essere italiano». Pietro dal Canada è pessimista: «Le cose funzionavano come a Messina anche 20 anni fa nelle università del nord. Non solo: anche nei concorsi pubblici (negli ospedali certamente) per tutte le posizioni, apicali e non, non cambierà mai, altrimenti non sarei qui come tanti altri colleghi che in Canada o negli Usa sono stati valutati in base ai meriti. Ma l'Italia ci manca. Ci manca eccome. E la speranza sarà l'ultima a morire». Giuseppe è emigrato da 40 anni a Montreal. Leggendo l'articolo si chiede se «Berlusconi è al corrente di tutto ciò?». Valentino da Londra: «In Italia non avevo futuro accademico perché il dottorato lo si vince se si è "allievo di" o '"figlio di" e poi a cosa serve? Per far lavoro di segretaria, far fotocopie, spostare scaffali e ricevere gli studenti». La conclusione ad una mail spedita dalla Svezia: «Non so se ho voglia di mettermi a ridere oppure a piangere. Sono medico pluri specialista e sono andato via dall´Italia 11 anni fa perché non essendo figlio di "prof" ovviamente non avevo speranze. L´università è stata regalata da tutti i politici ai loro amici i quali hanno solo pensato di usare l´università per fare soldi e poi come ufficio di collocamento per i figli e nipoti».

    http://www.corriere.it/cronache/08_novembr...44f02aabc.shtml
     
    Top
    .
  3. Super GTR
     
    .

    User deleted


    segnalo l'autore dell'articolo, per dovere di cronaca:

    Nino Luca
    [email protected]
     
    Top
    .
2 replies since 15/11/2008, 17:36   66 views
  Share  
.